Giulio Gallera, l’assessore col bollino blu che si auto-candida a sindaco (e poi smentisce) durante la pandemia

giulio gallera
Giulio Gallera
di Bianca Bianco

Annunciare una candidatura a sindaco durante un’emergenza sanitaria nazionale non è certo una grande scelta comunicativa. Se poi a farlo è l’assessore con le deleghe più importanti nella gestione dell’epidemia nella Regione più colpita d’Europa, la sensazione è che si stia perdendo forse il contatto con la tragica realtà.

Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare lombardo, ieri mattina ha dovuto smentire in tutta fretta i titoli di giornale che raccontavano la sua intenzione di proporsi alla guida di Milano per le Comunali del 2021. «Vivo nel bunker – ha detto ai giornalisti che ne hanno raccolto le dichiarazioni e poi titolato – Non penso alla popolarità. Ma se serve sono pronto alla sfida per Milano». Un’uscita da aspirante primo cittadino più che legittima in tempi normali; ma nei giorni del Coronavirus, mentre le province lombarde piangono morti e vivono blindate, questo annuncio è apparso quasi più infelice degli slogan di chi, in piena pandemia, ricordava che Milano non si ferma.

Sbagliatissimi i tempi e maldestra la gestione comunicativa dell’assessore regionale che interloquisce con i cittadini nelle dirette Facebook con la disinvoltura di un influencer, trasformando il macabro rito del bollettino delle 18 su morti e contagi (in pratica una controconferenza in contemporanea con quella della protezione civile nazionale) in un palcoscenico lumbard. Proprio nella diretta di ieri, arrivata nel giorno in cui, invece di occuparsi solo della Sanità doveva sbrigarsi a smentire l’autocandidatura annunciata dalla stampa, il sigillo alle inopportune smanie di protagonista di Gallera: «Signori – ha annunciato alla platea di utenti ogni sera più numerosa su facebook – Ho un’importante notizia da darvi. Facebook ci ha dato il bollino blu». E giù a snocciolare numeri di followers, contatti, utenti collegati e pagine viste in una conta che è apparsa ancor più triste di quella dei contagi.

Sappiamo bene che questo periodo difficile, tra i più difficili nella storia del nostro Paese, è un banco di prova della tenuta della Nazione ma anche la facile cassa di risonanza di sindaci, governatori e politici locali. Molti stanno vedendo aumentare la propria popolarità a colpi di messaggi ad effetto e provvedimenti ‘liberticidi’ presi «per il bene della comunità». Per molti, compreso il campano Vincenzo De Luca, questa emergenza sta irrobustendo il consenso in vista delle elezioni regionali.

La differenza, però, tra i protagonismi degli amministratori locali (tanti del Sud) e un Giulio Gallera dalla Lombardia, sta nel metodo. C’è chi ha aspirazioni e le mette in cassaforte frattanto agendo, a modo suo, criticabile o meno, ma agendo. E chi quelle aspirazioni le agita ai quattro venti, le sponsorizza con titoli a più colonne, le certifica col ‘bollino blu’ in una escalation di cattivo gusto che di tanto sbandierata sobrietà meneghina e soprattutto di rispetto ha ben poco.

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giovedì, 26 Marzo 2020 - 08:56
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