Coronavirus, ispezione sanitaria in aula bunker Bologna per celebrare il maxi processo ‘Aemilia’: verso il numero chiuso

Tribunale

Capire in che modo affrontare la ‘fase 2’ senza alterare le modalità di celebrazione dei processi. Soprattutto dei maxi-processi, che renderebbero più che mai difficoltoso il ricorso allo strumento del collegamento da remoto. A Bologna i vertici degli uffici giudiziari sono a lavoro per studiare un piano, in ossequio alle linee di distanziamento sociale e sicurezza fissate sino ad oggi dal Governo, allo scopo di consentire la celebrazione del maxi-processo, in fase d’appello, ‘Aemilia’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto politico e imprenditoriale della regione emiliana.

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Ieri l’aula bunker del carcere della Dozza di Bologna, allestita e ristrutturata per il processo di appello di ‘Aemilia’, il più grande in Emilia-Romagna per numero di imputati e parti civili, è stata oggetto di un’ispezione sanitaria per stimare la presenza in sicurezza delle persone. Il processo, alle battute iniziali del secondo grado di giudizio, è rinviato al momento al 14 maggio. I risultati dell’ispezione sono attesi nei prossimi giorni. Da un primo calcolo si ritiene che in aula potranno esserci al massimo 40-45 persone tra avvocati, magistrati, forze dell’ordine addette alla sicurezza e imputati.

Nelle prime udienze il numero era almeno il triplo. La valutazione dei tecnici tiene conto inoltre dell’ampiezza del luogo e del tipo di ventilazione, che, peraltro, nell’aula bunker è forzata. Analoghe ispezioni dovranno essere fatte al tribunale civile, penale e minorenni.

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giovedì, 23 Aprile 2020 - 17:07
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