Schiaffo della movida milanese ai sacrifici provocati dal Coronavirus, Sala furioso. E lunedì si valutano i contagi della ‘fase 2’

La folla sui Navigli a Milano

L’orientamento è di bruciare i tempi dell’iniziale tabella di marcia, anticipando al 18 maggio la riapertura non solo dei negozi, ma anche di parrucchieri/barbiere e centri estetici, e dei ristoranti. Ma ogni decisione potrebbe essere assunta dopo l’appuntamento di lunedì 11 maggio, quando ci sarà un primo controllo sull’andamento della curva epidemiologica. Nella stessa giornata si insedierà al Ministero della Salute un comitato scientifico per valutare sulla base di un algoritmo come procede la diffusione del virus regione per regione.

Sulla base dei risultati, Ministero della Salute e Regioni decideranno se procedere a ulteriori allentamenti delle misure, oppure se fare un passo indietro. Resta poi sempre viva la possibilità che si possa tornare a un lockdown in quei territori che dovessero essere interessati da possibili nuovi focolai. Ecco, dunque l’importanza del rispetto di tutte le misure anti-contagio attualmente previste. Rispetto, però, che è clamorosamente venuto meno nella città di Milano, dove ieri i social hanno restituito incresciose immagini di Navigli presi d’assalto per l’aperitivo con decine e decine di persone una accanto all’altro e per di più senza mascherina, benché in Lombardia viga l’obbligo di mascherina quando si esce di casa. Immagini che hanno fatto indignare mezza Italia, considerato che in Lombardia i contagi sono ancora significativi e che proprio dalla Lombardia, dalla quale si è esteso il virus che si è allungato su tutta Italia, sarebbe dovuto arrivare un atteggiamento di maggiore responsabilità per l’altissimo prezzo di vite sin qui pagato.

Anche il sindaco di Milano Beppe Sala è andato su tutte le furie: «Immagini vergognose che fanno incazzare», ha detto Sala. Milano «deve tornare a lavorare, è una necessità ma ora non possiamo mandare tutto a monte per quattro scalmanati». «Io non sono un politico da metafore, sono un politico da atti – avverte il primo cittadino milanese – O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti, chiudo i Navigli e chiudo l’asporto». «Poi lo spiegate voi ai ristoratori. Non è un guardia e ladri, non è un gioco».

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venerdì, 8 Maggio 2020 - 14:27
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