Covid, 9 mesi dopo la Giustizia è ancora un colabrodo. Malinconico (Ocf): «Aule affollate, rischio di contagi»

L'aula 418 del Tribunale di Napoli affollata per una problema di gestione dei processi

Udienze accavallate, avvocati e cittadini assiepati in aula, il rischio di contagio moltiplicato dalla promiscuità della situazione. La fase 1 della pandemia sembra passata indenne sulla Giustizia italiana, se ancora a novembre tornano gli appelli per una una gestione più oculata delle cause. E’ di pochi giorni fa il racconto spietato di un avvocato del Foro di Napoli che ha testimoniato, con tanto di foto, le condizioni in cui si era costretti a lavorare nel Tribunale partenopeo la mattina in cui ha lanciato il suo grido di allarme: 48 cause convocate nella stessa aula con inevitabili caos e timori di contagiarsi.

Stavolta l’sos lo lancia Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Organismo congressuale forense che segnala: «La mancanza di un piano unitario nazionale dell’emergenza sanitaria, che l’Organismo Congressuale ha più volte invocato, inevitabilmente sta favorendo la diffusione del contagio».

 Malinconico ha deciso di scrivere una comunicazione urgente al Capo dello Stato, al Ministro della Giustizia e ai Consigli Giudiziari. «Stiamo ricevendo innumerevoli segnalazioni dai colleghi- scrive – secondo cui nella gran parte dei Tribunali Italiani quotidianamente si verificano assembramenti dovuti alla cattiva prassi di non scaglionare le udienze». Questo andazzo, secondo Malinconico, dipende in parte dalla organizzazione generale dei singoli uffici, ma soprattutto dalle condotte di singoli magistrati che strutturano il ruolo di udienza senza curarsi delle conseguenze. «Il risultato – sottolinea – è l’accesso in contemporanea di un numero incontrollato di persone negli uffici giudiziari e l’ingestibilità delle udienze in compresenza fisica che, per contro, costituiscono comunque una modalità ampiamente praticata in modo sicuro, sebbene con comprensibili difficoltà e i disagi, negli Uffici in cui si agisce in modo virtuoso».

Da questa prassi è però derivato, «in numerosi centri italiani, una significativa diffusione del contagio tra avvocati, magistrati, personale di cancelleria e utenti della Giustizia».  Per questo l’Organismo Congressuale Forense ribadisce la necessità che si intervenga immediatamente con un piano nazionale dell’emergenza che consenta di ristabilire nei Tribunali Italiani misure organizzative uniformi su ruoli di udienza e fasce orarie.

«L’Organismo Congressuale Forense non potrà assistere inerte al drammatico evolversi degli eventi – conclude Malinconico – e assumerà tutte le iniziative idonee a contrastare il fenomeno, anche in sede giudiziaria».

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martedì, 3 Novembre 2020 - 12:02
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