Napoli, il ristoratore che ha offerto lavoro ai percettori di Rdc: «Basta alibi, partire dal basso se non si ha esperienza»

Diego Borrelli ristoratore
Al centro l'imprenditore Diego Borrelli che dialoga con gli ex percettori del Reddito di cittadinanza
di Manuela Galletta

«In questa città ci sono molte occasioni di lavorare. Bisogna smettere di nascondersi dietro l’alibi del lavoro sottopagato, che per carità esiste e va denunciato. Chi ha voglia di lavorare si rimbocca le maniche, ma deve anche essere consapevole dei propri limiti: se non si hanno competenze bisogna formarsi, non si possono pretendere stipendi stellari senza saper fare niente e poi lamentarsi se le pretese non vengono soddisfatte».

Diego Borrelli, ristoratore molto noto a Napoli e titolare dell’Osteria ‘Signora Bettola’ che ha diversi locali tra Napoli e Caserta, s’è fermato ieri mattina a confrontarsi con i manifestanti che hanno bloccato la Galleria Vittoria, angolo via Acton, per protestare contro lo stop al reddito di cittadinanza. E ha messo a disposizione dei posti di lavoro, con regolare contratto, presso i suoi due nuovi locali, prossimi all’apertura, a patto che si presentino a colloquio «persone di buona volontà».

«Ho deciso di parlare con loro perché da qualche parte bisogna pur iniziare. Io non voglio essere vittima di un sistema che produce assistenzialismo e così facendo blocca occasioni di crescita e di sviluppo», spiega a Giustizia News24. «Il Reddito di cittadinanza ha prodotto un guasto enorme: ha diseducato i giovani al lavoro, alla formazione, a migliorarsi. I giovani sono rimasti sul divano perché certi di incassare soldi senza lavorare, quindi senza fare esperienze. Gli imprenditori sono andati in difficoltà perché non trovavano personale. E ora che il reddito non c’è più a questi giovani cosa è rimasto? – osserva Borrelli – Niente di niente. Niente soldi ma soprattuto nessuna formazione, nessuna specializzazione da spendere ai colloqui di lavori».

E la mancanza di capacità è un (non) requisito con il quale bisogna fare i conti. «In estate mi è capitato di fare un colloquio per il mio locale a Licola a una ragazzina di 19 anni. Prima esperienza. Chiedeva 2mila euro. E’ assurdo», commenta. Eppure Borrelli è uno che inquadra i dipendenti. «Tutti quelli che lavorano con me hanno regolare busta paga, contratto nazionale di lavoro, 14 mensilità, ferie. Però chi si presenta alla prima esperienza, senza saper fare niente non può chiedere 2mila euro che vengono corrisposti a chi ha un’esperienza. Chi è alla prima esperienza deve avere l’umiltà di partire dal basso, come lavapiatti ad esempio, e quindi viene pagato, nel rispetto delle regole contrattuali, per questa mansione».

In poche parole bisogna misurarsi. Cosa che non sempre accade. «Si presentò a fare un colloquio una persona che diceva di essere stato un pescivendolo. Non sapeva neppure pulire un pesce. Ad ogni modo gli offrii un lavoro da lavapiatti, con contratto, 4 settimane di ferie, 14 mensilità a 1100 euro, perché tanto prende un lavapiatti. E lui rifiutò perché di Rdc prendeva 900 euro. Questa è una realtà che non possiamo ignorare. In troppi si sono crogiolati, si sono adagiati sul divano rifiutando di lavorare e poi si lamentano». Invece le occasioni vere per chi ha voglia di mettersi in gioco ci sono. «Ho assunto una donna che ha poco sotto 50 anni. Era una ex badante ed era in difficoltà. Questa signora lava i bicchieri, sistema. Tutti i giorni raggiunge il posto di lavoro a piedi dalla Sanità e torna a casa a piedi alla Sanità, che non è proprio vicino. Questa è una persona che ha voglia di lavorare e io mi inchino dinanzi a queste persone».

Il messaggio a chi ha perso il reddito ed è occupabile è chiaro: «Mettetevi in gioco con umiltà e non abbiate paura di denunciare chi vi sfrutta. Gli imprenditori onesti sono dalla vostra parte perché è anche nostro interesse che un imprenditore rispetti i contratti». All’appello di Borrelli hanno risposto due persone. Ieri mattina il ristoratore ha dato il suo numero di cellulare a chi gliel’ha chiesto, dicendosi disposto a fare colloqui. «Mi hanno chiamato in due, li incontrerò tra un paio di settimane appena rientro da un viaggio di lavoro», ci dice.

Al rientro Borrelli conta di incontrare pure il presidente di Confesercenti per studiare qualche formula utile a facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro di ex percettori del Reddito: «Penso ad esempio alla possibilità di creare sul sito di Confesercenti una sezione per l’invio di curriculum, sezione alla quale possono accedere tutti gli imprenditori iscritti da Confesercenti. Così ogni imprenditore potrà valutare chi chiamare per un colloquio». Borrelli è la dimostrazione che gli imprenditori vogliono fare la loro parte, ma anche al Governo viene chiesto uno sforzo: «E’ giunto il momento – conclude il ristoratore – di intervenire sul costo del lavoro. Le aziende sopravvivono su un conto economico, e tra le voci maggiori di spesa c’è il costo del lavoro. La pressione fiscale è un problema che va risolto per aiutare noi imprenditore ad aiutare chi cerca lavoro».

martedì, 5 Settembre 2023 - 18:21
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