Napoli, curata per una lombosciatalgia ma aveva un feto morto in grembo: Anna muore a 36 anni, 2 medici indagati

Ospedale
Una corsia d'ospedale
di Federico Felici

Anna era incinta, ma non lo sapeva. Non sapeva che stava portando in grembo un feto di 30 settimane che però era già morto. Anna sapeva solo di stare male. Prima quella che sembrava essere una colica. Poi una lombosciatalgia acuta che non la faceva respirare bene. Per questa ragione si era recata in ospedale. Voleva sapere come curarsi, cosa fare. Ma al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini, quello vicino casa sua alla Pignasecca, le hanno prescritto antidolorifici e antinfiammatori, dicendole che se i dolori fossero proseguiti avrebbe dovuto assumere anche un antibiotico per tre giorni. Nulla di cui preoccuparsi. Solo che Anna Siena, 36 anni e un matrimonio programmato per settembre, oggi non c’è più. E’ morta il 18 gennaio, dopo l’ennesima crisi respiratoria. Gli avvocati Sergio Pisani e Angelo Pisani hanno sporto denuncia alla procura della Repubblica di Napoli e nei giorni sorsi due persone sono state iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo: si tratta del medico che l’ha visitata quando Anna è arrivata al pronto soccorso e la dottoressa che he la prescritto degli analgesici.

La relazione del medico legale che ha eseguito l’autopsia dovrà adesso stabilire le cause della morte di Anna. Dovrà chiarire se i dolori che Anna accusava fossero dipesi dalla presenza del feto morto nel suo grembo, se si sia sviluppata una setticemia che poi è risultata fatale. Dalle prime indiscrezioni emerse dall’autopsia, sembrerebbe che il feto sia morto perché soffocato dal cordone ombelicale. Un aborto in necrosi, dunque. Solo in questo caso, si potrà poi valutare l’operato dei medici che hanno visitato Anna. Solo in questo caso la procura (il fascicolo è affidato al pubblico ministero Capasso in forza alla sezione guidata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio) potrà capire se quella visita affrettata e approssimativa, se la mancanza di esami più approfonditi come magari anche un’ecografia, avrebbero potuto salvare la vita della donna.

Le uniche certezze, al momento, sono le date di questa storia di dolore per la famiglia di Anna. E’ il 15 gennaio quando Anna arriva per la prima volta al Vecchio Pellegrini lamentando dolori lancinanti all’addome. Viene trattata come «un codice verde» perché i dolori non interessano funzioni vitali. Anna non sa di essere incinta e dunque non lo comunica. Né i medici si insospettiscono. Le toccano l’addome, le fanno una visita sommaria e concludono per una lombosciatalgia, prescrivendole le cure del caso. Anna si rasserena e torna a casa. Ma i dolori non si placano. Il 18 gennaio Anna Siena torna in ospedale, ma stavolta il suo cuore smette di battere.

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sabato, 2 Febbraio 2019 - 11:25
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