Manduria, picchiato da una baby gang: 8 fermi, 6 sono minorenni. Il video dell’aggressione all’indifeso Antonio Stano

Stano
Cosimo Antonio Stano

E’ sera. Antonio Stano è in strada, a Manduria (provincia di Taranto) quando tre ragazzi lo circondano mentre un quarto filma l’intera scena con il cellulare. Uno di loro, quello che sembra gridare il branco, gli va sotto gridando ripetutamente «Polizia, carabinieri», mentre gli amici sorridono. Antonio Stano è spaventato, cerca di mantenere una distanza di sicurezza mentre i tre ragazzi, uno con il gubbino rosso e due col giubboni rosso, guadagnano a saltelli piccoli metri e cercano di tirargli schiaffi. Uno di loro gli lancia contro presumibilmente una lattina.

Dura pochi secondi uno dei video recuperati e diffusi stamattina dalla polizia nei quali è scritto uno dei passaggi di questa orribile storia di bullismo ai danni di una persona di 66 anni incapace di difendersi. Una storia scoperta in seguito alla morte di Antonio Stano avvenuta in ospedale il 23 aprile scorso dopo quasi due settimane di agonia. Una storia che stamattina ha segnato un altro passo in avanti sul fronte delle indagini: otto dei 14 ragazzini indagati per le vessazioni, i maltrattamenti e l’omicidio preterintenzionale ai danni di Antonio Stano sono stati arrestati. La polizia ha eseguito un decreto di fermo che ha interessato 6 minorenni (che hanno tra i 16 e i 17 anni) e due maggiorenni (di 19 e 22 anni). La procura li accusa di essere responsabili del pestaggio di Antonio Stano.

La misura cautelare non riguarda l’ipotesi di omicidio preterintenzionale perché si attende il responso dell’autopsia eseguita dal medico legale Liliana Innamorato per stabilire l’eventuale nesso di causalità tra violenze e decesso, o se le percosse abbiano aggravato lo stato di salute di Stano fino a determinarne la morte. Altri sei minori restano indagati a piede libero. I giovani, secondo gli inquirenti, durante gli assalti nell’abitazione dell’uomo e per strada si sarebbero ripresi con i telefonini – poi sequestrati dagli investigatori – mentre sottoponevano la vittima a violenze e torture con calci, pugni e bastoni di plastica, per poi diffondere i video nelle chat di Whatsapp. I componenti della baby gang, che si facevano chiamare “gli orfanelli”, si erano accaniti contro il pensionato, ex dipendente dell’Arsenale militare, che soffriva di un disagio psichico ed era incapace di difendersi e di reagire.

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martedì, 30 Aprile 2019 - 10:36
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