Tre senatori grillini passati con la Lega, pioggia di insulti sui social: «Traditori» Veemente protesta degli elettori

Francesco Urraro, Ugo Grassi e Stefano Lucidi

Nella mattina di ieri la formalizzazione del passaggio alla Lega del senatore grillino Ugo Grassi, poi in serata anche l’ufficializzazione della migrazione dal Movimento Cinque Stelle verso il Carroccio dei senatori Francesco Urraro e Stefano Lucidi. Una giornata nera per Luigi Di Maio, che adesso teme un più massiccio esodo a beneficio del partito di Matteo Salvini. Il leader leghista dal canto suo gongola e ieri sera, dopo avere dato il «benvenuto ai nuovi arrivati», ha sottolineato come «la coerenza non è in vendita, ognuno raccoglie ciò che semina», alludendo ancora una volta alla decisione del Movimento di allearsi con il Pd per restare al Governo dopo la decisione di Salvini di sfilarsi dall’alleanza gialloverde.

Di Maio, come già raccontato in un altro articolo, non ha preso bene l’addio di Grassi, Lucidi e Urraro e li ha accusati di essersi ‘venduti’ al migliore offerente. «Gli hanno promesso qualcosa alle elezioni regionali, un segno alle elezioni nazionali.. dicano quanto costa al chilo un senatore per la Lega. Nelle lettere che scriveranno indichino il prezzo del mercato delle vacche», ha commento ieri il leader del Movimento a cinque stelle. Ma Di Maio non è stato il solo a non avere mandato giù il trasformismo dei suoi senatori, che hanno provato a motivare il cambio di casacca scaricando le colpe sulla guida politica e sulle idee del Movimento. Urraro, ad esempio, ha dichiarato che la sua decisione è scaturita dall’«impossibilità di intervenire sulle ragioni strutturali della giustizia e sulle necessarie e non più rinviabili riforme nel settore». Lucidi, in occasione del suo intervento per motivare il voto contrario alla mozione sul Mes, aveva detto che «non sono un criceto, esco dalla gabbia», mentre Grassi ha spiegato di non riconoscersi più in un Movimento che si sente depositario del vero e dove le scelte vengono prese in solitudine dai vertici. Parole però che non hanno convinto chi li ha eletti.

La protesta più veemente, infatti, si è levata dalla base grillina, quella degli attivisti (napoletani e spoletini) che alle ultime Politiche hanno consentito a Urraro (avvocato del foro di Nola),  Grassi (Professore ordinario Diritto civile all’Università Parthenope) e Lucidi (ingegnere civile di Spoleto) di arrivare in Parlamento. Da ieri sera i loro profili Facebook sono presi d’assalto. Gli insulti non si contano. L’accusa è quella di essersi “venduti”, di avere tradito il mandato elettorale e di avere così deluso chi aveva creduto in loro in quanto rappresentanti del Movimento Cinque Stelle. E proprio la parola «traditori» è quella che ricorre quasi in ogni post rivolto a ciascuno dei tre senatori.

E’ una pioggia di contestazioni e scorrendo i messaggio si comprende anche che i tre politici, o chi gestisce i loro profili personali e le pagine social, abbia anche provato a cancellare, nelle prime ore, i messaggi più ruvidi, finendo però con l’indispettire gli internauti che non solo hanno segnalato la ‘censura’ («Molto elegantemente togliete i commenti sgraditi. La macchia del vostro tradimento non la toglie nessuno») ma hanno avviato una vera e propria ‘guerriglia’ di post per esprimere il proprio disappunto. A Urraro c’è chi scrive: «Si vergogni senatore. Non solo per il per il cambio casacca a convenienza ma soprattutto per essere passato alla Lega. Come può un meridionale terrone passare con Salvini? Con quale faccia si presenterà ai suoi concittadini da adesso in poi. Lei ha usato il movimento per arrivare in parlamento mentendo a tutti i suoi elettori. Una vergogna assoluta!». La bacheca del profilo personale di Lucidi è insozzata da immagini di ogni tipo e anche la pagina pubblica di Grassi non è stata risparmiata.

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venerdì, 13 Dicembre 2019 - 13:00
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