Rigopiano, l’ex capo della Mobile ai parenti delle vittime: «Pezzi di Stato sembrano impegnati a nascondere la verità»

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Una lettera di scuse inviata ai parenti delle vittime di Rigopiano. Una lettera di scuse scritta da un uomo delle istituzioni che ha denunciato la gestione delle telefonate di eventuale allarme dato alla Prefettura del cameriere Gabriele D’Angelo morto con altre 28 persone nel resort distrutto dalla valanga il 18 gennaio 2017.

A metà dicembre l’ex capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana ha inviato una missiva al al Comitato Vittime di Rigopiano, dopo gli sviluppi successivi alla sua denuncia che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di 4 carabinieri (il tenente colonnello dei carabinieri forestali Annamaria Angelozzi, i sottoufficiali Michele Brunozzi e Carmen Marianacci, e il tenente colonnello Massimiliano Di Pietro): «Voglio innanzitutto chiedere scusa come uomo delle istituzioni per le disgustose ed assurde vicende che voi, familiari delle vittime di Rigopiano, siete da tempo costretti a vivere, in preda ad un comprensibile e crescente sgomento».

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Muriana ci ha tenuto a sottolineare che la sua denuncia non era una relazione contro qualcuno ma «solo a favore. A favore della verità che sembra tardare ad arrivare, ma che dovrà obbligatoriamente essere tributata alla memoria dei vostri ventinove cari che, solo così, potranno finalmente riposare in pace». «State invece assistendo a quella che, ai vostri occhi e di quelli di tutta la comunità, appare come una lotta invereconda – ha scritto Muriana – Una lotta tra pezzi dello Stato che, anziché profondere le loro energie nella ricerca dei veri motivi per i quali, anche in occasione del prossimo Natale, non vi sarà consentito di abbracciare i vostri cari come un tempo usavate, sembrano impegnati a infangarsi a vicenda e a rimpallarsi responsabilità, se non addirittura a nascondere parti di verità».

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giovedì, 2 Gennaio 2020 - 15:11
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