Caso Sea Watch, la Cassazione conferma il no all’arresto di Carola Rackete: «Ha agito rispettando l’obbligo di soccorso»

Sea Watch3 Carola Rackete
Carola Rackete, il capitano Sea Watch3

La comandante della Sea Watch Carola Rackete è entrata nel porto di Lampedusa correttamente in base alle disposizione sul salvataggio in mare perché «l’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro».

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E’ questo in sintesi il contenuto delle motivazioni depositate oggi con cui la Corte di Cassazione conferma il ‘no’ all’arresto di Rackete con l’accusa di aver forzato il blocco navale della motovedetta della Gdf per impedirle l’accesso al porto.

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Secondo i giudici  è stata esclusa legittimamente la natura di nave da guerra della motovedetta perché al comando non c’era un ufficiale della Marina militare, come prescrivono le norme, ma un maresciallo delle Fiamme Gialle. Dunque la comandante ha agito in maniera «giustificata» dal rischio di pericolo per le vite dei migranti a bordo della sua nave.

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giovedì, 20 Febbraio 2020 - 16:11
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