Coronavirus, è guerra sull’astensione degli avvocati: il giudice di Grossetto sminuisce l’Ocf e fa trattare il processo

Tribunale

Si è presentato in aula al processo che lo vedeva impegnato come difesone di un imputato. E non appena l’udienza è stata dichiarata aperta, ha annunciato di aderire all’astensione nazionale proclamata dall’Organismo congressuale forense per tutelare la salute degli avvocati in assenza di misure sufficienti adottate dai capi degli uffici giudiziari per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus. Ma, anziché vedere accolta la propria istanza, l’avvocato si è visto obbligato a svolgere le proprie funzioni. Tutto perché un giudice ha ritenuto insussistenti le ragioni dell’astensione.

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E’ accaduto questa mattina al Tribunale di Grosseto. A rigettare la richiesta di astensione è stato un giudice monocratico che ha motivato la sua posizione in due pagine di provvedimento. Un provvedimento nel quale, tra le righe, si ridimensiona e si sminuisce finanche il ruolo dell’Organismo congressuale forense: «La delibera (dell’astensione, ndr) non possa essere intesa quale decisione vincolante ai fini della celebrazione del processo, atteso che, allo stato nessuna determinazione è stata assunta, in merito all’astensione, dal Consiglio nazionale forense» e che «l’Unione delle Camere penali ha comunicato ai ‘penalisti italiani’ di valutare tenendo conto dell’effettiva situazione locale».

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Come se non bastasse, il giudice richiama anche «l’invito fermo» che «la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali a tutte le organizzazioni sindacali ed alle associazioni professionali affinché non vengano attuate astensioni collettive al fine di evitare ulteriore aggravio alle istituzioni coinvolte nelle attività di prevenzione e contenimento di diffusione del virus».

Il giudice rileva inoltre che il presidente della Corte d’Appello ha comunicato che «allo stato le attività del distretto proseguono regolarmente con l’osservanza delle linee guida già impartite» e che nel territorio della provincia di Grosseto non vi è un’emergenza sanitaria dal momento che «è emerso un numero estremamente contenuto di casi contagio (2)». Per queste ragioni, conclude il giudice, «non si ravvisano ragioni, nell’odierna udienza, per ritenere che vi sarà un particolare affollamento di persone, con conseguente rischio di contagio».

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venerdì, 6 Marzo 2020 - 15:17
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