Il Coronavirus non molla la presa: sale ancora la curva delle vittime (+475), il contagio non si ferma ma trend stazionario

Gli operatori sanitari disinfettano le strade, fuori dall'Ospedale Loreto Mare e Pellegrini, nella città di Napoli per contrastare il pericolo di infezione da coronavirus (Foto Kontrolab)

Il contagio non si ferma anche se il trend sembra essere stazionario. Ma ciò che preoccupa è la curva delle vittime che continua a salire. Sono 475 le persone che sono morte nell’arco di 24 ore (a distanza dal bollettino di ieri).

Tra le vittime c’è il segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg) di Lodi, Marcello Natali, aveva 57 anni e non aveva particolari gravi patologie pregresse. Dopo il ricovero a Cremona, era stato trasferito a Milano e ricoverato intubato in terapia intensiva per una grave polmonite bilaterale. Natali esercitava la sua attività di medico di famiglia nell’area di Codogno. Il dato delle vittime di oggi ha subito un ulteriore incremento rispetto alla giornata di ieri, martedì. Sembra invece stazionario il numero dei nuovi contagiati: ne risultano 2648 in più, il che fa salire il numero complessivo a 28710.

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E’, infine, positivo il bilancio dei guariti, che ha subito un’impennata: sono 1084 quelli delle ultime ventiquattro ore. «Il dato dei contagi e dei guariti ci fanno pensare positivo con l’adozione di corretti comportamenti», osserva il capo della Protezione civile Angelo Borrelli nella consueta conferenza stampa delle 18 in cui si dà conto della parzialità dei dati non essendo pervenuto in tempo il rapporto della Campania.

In Lombardia il Coronavirus non vuole allentare la presa. Il numero dei contagi continua a restare alto e soprattutto non si riducono. E negli ospedali, ormai, non vi è più posto. «Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala», ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana. Ecco perché in Regione si valuta adesso la possibilità di adottare provvedimenti più drastici. «Amici io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po’ bisognerà cambiare il tono perché se non la capite con le buone bisogna essere un pò più aggressivi anche nel farvela capire. Non vi stiamo chiedendo un sacrificio così, ma per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri. Per adesso ve lo chiediamo con la consueta tranquillità ma, se si dovesse andare avanti, chiederemo al governo anche le maniere forti», ha detto Fontana.

In Regione il timore maggiore è che il Coronavirus riesca ad aggredire la città di Milano, la locomotiva del Nord. Qui il dato dei contagi è tutto sommato ancora basso se rapportato al numero della popolazione: meno di 700 contagiati su 1,4 milioni di abitano che abitano il capoluogo e la sua provincia. Salvare Milano ma salvare anche la Brianza. E, al tempo stesso, concentrare ogni sforzo possibile su Bergamo e su Brescia, che sembrano diventate le Wuhan italiane. A loro, in conferenza stampa, Borrelli ha rivolto parole di affetto e di vicinanza: «Voglio lanciare un messaggio di vicinanza ai sindaci e ai cittadini dell’area della bergamasca che stanno vivendo un momento di grossa fatica e grosso impegno».

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mercoledì, 18 Marzo 2020 - 18:22
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