Napoli, aggredito con un pugno e ucciso: inflitti 8 anni all’uomo che ha tolto la vita al tabaccaio Ulderico Esposito

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Il tabaccaio Ulderico Esposito, morto a 51 anni dopo essere stato aggredito

Otto anni di carcere per avere ucciso, a causa dei violenti pugni sferrati in viso, il tabaccaio Ulderico Esposito. E’ la condanna stabilita nella giornata di oggi dal giudice per le indagini preliminari Rosamaria De Lellils al nigeriano 37enne Alfred Idimudia, imputato per il reato di omicidio preterintenzionale. Il processo si è definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. La famiglia di Ulderico Esposito si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Salvatore Di Sarno.

«La vita di mio marito valeva 8 anni?», ha commentato Daniela Manzi, vedova di Ulterico Esposito. «Lo scorso anno – ha aggiunto – è stato ucciso un uomo giusto, un marito e un papà esemplare. Nonostante la delusione voglio continuare a credere nella giustizia e a battermi affinché mio marito non sia dimenticato. Per fortuna – ha concluso Daniela Manzi – in Italia abbiamo tre gradi di giudizio, andrò fino in fondo».

«È pur vero che eravamo a giudizio con il rito abbreviato e quindi era insita la decurtazione di un terzo della pena, – ha commentato l’avvocato Di Sarno, componente del collegio difensivo della famiglia Esposito – ma era auspicabile che il Giudice partisse da una pena leggermente più alta nel calcolo sanzionatorio. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni che dovrebbero essere depositate entro i 15 giorni a decorrere da oggi per capire il percorso logico giuridico che ha portato in giudice ad emettere questa sentenza di condanna».

L’aggressione avvenne il 9 giugno dello scorso anno. Ulderico, che gestiva la rivendita di tabacchi all’interno della stazione della metro di Chiaiano, stava per abbassare la saracinesca quando venne aggredito da Alfred Idimudia. Il nigeriano gli sferrò due violenti pugni in pieno volto. Ulderico Esposito, 51 anni e residente a Mugnano, fu soccorso e portato al Cardarelli, dove però entrò in coma. Il suo cuore smise di battere il 4 luglio.

Prima di quell’aggressione, commercianti del quartiere di Chiaiano e chi utilizzava quotidianamente la metro collinare segnalò la presenza di quell’uomo che, spesso ubriaco, diventava violento se qualcuno gli si avvicinava. Il nigeriano, clandestino su territorio italiano, anche aveva importunato Esposito che lo aveva invitato a tenersi lontano dal suo negozio.

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martedì, 28 Aprile 2020 - 18:43
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