Napoli, strage dei Vastarella alla Sanità: disposti 5 ergastoli, pugno duro per il boss Genidoni e quattro imputati


La strage dei Vastarella alla Sanità fu firmata dagli Esposito-Genidoni, i cosiddetti ‘Barbudos’. E’ la conclusione alla quale, giovedì sera, sono giunti i giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Provitera) dopo una camera di consiglio durata circa dieci ore. Le cinque persone sul banco degli imputati sono state condannate alla pena dell’ergastolo, inclusa Vincenza Esposito per la quale il pubblico ministero Urbano Mozzillo aveva proposto 30 anni di reclusione.

Il carcere a vita è stato disposto per il boss Antonio Genidoni (detenuto in regime di carcere duro dall’aprile del 2019), accusato di avere ordinato la strage benché fosse detenuto agli arresti domiciliari nel Milanese; per Emanuele Esposito, accusato di avere fatto parte del commando; Alessandro D’Aniello; Addolorata Spina e Vincenza Esposito, rispettivamente madre e moglie del boss Genidoni. Tutti gli imputati rispondevano di duplice omicidio e triplice tentato omicidio con le aggravanti dell’uso delle armi, della premeditazione e della matrice camorristica. L’agguato si consumò la sera del 22 aprile in via Fontanella alla Sanità: un commando in sella a degli scooter sparò all’impazzata all’esterno di un circolo ricreativo uccidendo Giuseppe Vastarello e Salvatore Vigna; nel raid rimasero ferito Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alessandro Ciotola.

La strage si inseriva nella faida in corso tra i Vastarella e gli Esposito-Genidoni per il controllo della Sanità. Decisive ai fini delle indagini le intercettazioni ambientali, che consentirono di catturare la viva voce di Antonio Genidoni e degli altri protagonisti della guerra di camorra.

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venerdì, 5 Giugno 2020 - 14:27
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