L’Argentina dice addio a Diego Armando Maradona con gli onori che si riservano a un capo di Stato. La salma del campione, morto ieri nella sua casa di Buenos Aires, è arrivata questa mattina nella Casa Rosada, monumento nazionale e sede della presidenza della Repubblica, dove è stata allestita la camera ardente in cui per tre giorni i cittadini potranno porgere l’ultimo saluto al Pibe de Oro. Nella capitale argentina è attesa una folla di tifosi (si stima almeno un milione), estimatori di Diego e del calcio e di persone che semplicemente riconoscono nel Dìos, scomparso ad appena 60 anni dopo una vita di sregolatezze con cui ha costellato una carriera stellare, un simbolo universale e immortale.
E della grandezza del Diego calciatore, non offuscata oggi dalla sua parabola umana, si ha palpabile dimostrazione dal numero di commenti sulla sua morte. Persino papa Francesco, argentino come Maradona, ha speso parole per lui: «Ripensa con affetto – ha riferito il suo ufficio stampa all’Ansa – alle occasioni di incontro di questi anni e lo ricorda nella preghiera, come ha fatto nei giorni scorsi da quando ha appreso delle sue condizioni di salute».
Il premier Giuseppe Conte ha invece affidato a un tweet il suo ricordo: «Il mondo intero – ha scritto – piange la scomparsa di Maradona, che con il suo talento ineguagliabile ha scritto pagine indimenticabili della storia del calcio. Addio eterno campione».
E a dire addio al leggendario campione argentino, tra le migliaia di messaggi di cordoglio, ecco arrivare anche quello di un’altra leggenda del calcio mondiale, il brasiliano Pelé. «Che triste notizia – ha dichiarato il calciatore che da sempre è commisurato per talento e fantasia a Diego – Ho perso un grande amico e il mondo ha perso una leggenda. Ci sarà ancora molto da dire, ma per ora possa Dio dare forza ai membri della famiglia. Un giorno, spero che potremo giocare a pallone insieme nel cielo».
E il rivale di sempre, Michel Platini: «Sono molto triste. Ho nostalgia di un’epoca che è stata bella. Se ne sono andati Cruyff, Di Stefano, Puskas, grandi giocatori che hanno segnato la mia giovinezza. Diego ha segnato la mia vita». ‘Le roi’, stella della Juventus negli anni ’80, si è confrontato con Maradona sui campi della Serie A. «È il nostro passato che se ne va» ha aggiunto l’ex numero 10 della Francia e della Vecchia Signora.
Un passato che lega indissolubilmente la storia di Maradona a quella di Corrado Ferlaino, il presidente che lo portò a giocare nel Napoli creando il mito del numero 10 azzurro: «Sono distrutto, mi dispiace molto. Maradona ha dato molto al Napoli, anche a me da un certo punto di vista. Non ho parole, non saprei cosa dire. Sono andato a trovarlo in Argentina quando stava male, è stato male parecchie volte ma ha sempre sperato le crisi. E’ una cosa arrivata improvvisamente. I giornali dicevano che stava meglio. Io sono napoletano e come tutti i napoletani siamo molto emozionati, piangiamo, perché è stato molto per Napoli e per il Napoli».
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giovedì, 26 Novembre 2020 - 08:44
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