«Con l’aiuto di Dio, soldati del Califfato hanno colpito un veicolo 4X4 con a bordo esponenti della coalizione internazionale crociata ed esponenti dell’antiterrorismo peshmerga nella zona di Kifri, con un ordigno, causando la sua distruzione e ferendo quattro crociati e quattro apostati»: con queste parole, diffuse attraverso l’agenzia di propaganda Amaq, l’Isis ha rivendicato l’attacco ai militari italiani in Iraq, nei pressi di Kirkuk.
I militari italiani rimasti feriti, ieri mattina, sono cinque: due hanno subito amputazioni a causa delle gravi ferite riportate. A un militare dell’Esercito è stata amputata la gamba sopra al ginocchio, mentre un militare della Marina ha subìto l’amputazione di parte del piede. A ferire i militari italiani è stato un ordigno esplosivo rudimentale. I cinque italiani – due operatori del Nono Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” (Esercito) e tre del Gruppo Operativo Incursori (Marina) – sono stati colpiti mentre rientravano a piedi da una missione di addestramento (mentoring and training) in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis.
Oggi, intanto, a Kirkuk, le forze militari e di sicurezza locali hanno lanciato una vasta operazione. Lo ha confermato ad “Agenzia Nova” il colonnello Ahmed al Samawi, alto ufficiale del quartier generale del comando delle operazioni congiunte a Kirkuk. Una forza congiunta irachena, sotto la supervisione del generale Saad Ali Ati al Harbiyah, «ha iniziato una missione di ricerca di esponenti dell’Isis (acronimo inglese di Stato islamico dell’Iraq e della Siria) nel distretto di Hawija e nelle aree di Al Rashad e al Abbasi, ispezionando fattorie, campi e seguendo le tracce delle delle bande terroristiche».
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lunedì, 11 Novembre 2019 - 17:27
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