Nomine nella Dna, il plenum del Csm si riunisce dopo la proposta a sorpresa che ha bloccato il pm Maresca

Il magistrato Catello Maresca (foto Kontrolab)

La decisione sui tre nuovi procuratori della Direzione nazionale antimafia potrebbe arrivare nella giornata di domani, martedì 12 novembre. Il condizionale però è d’obbligo alla luce di quanto accaduto nell’ultima seduta del plenum del Csm su questo tema (16 ottobre).

La terza Commissione aveva proposto ben tre nomi (sulle oltre 30 candidature) per il posto disponibili in Dna: Roberto Maria Sparagna, il pm che a Torino ha condotto diverse inchieste sugli anarchici e per questo è stato destinatario di minacce; Giuseppe Gatti, magistrato della Dda di Bari; Catello Maresca, per 10 anni alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e titolare dell’inchieste sui Casalesi, una di queste ha portato all’arresto del superboss Michele Zagaria.

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Sul nome di Maresca la discussione si è infiammata. La Commissione ad amplissima maggioranza (5 voti a favore, compreso quello di Ilaria Pepe di Autonomia e Indipendenza, la corrente che ha candidato Di Matteo e in cui “milita” Ardita) aveva proposto che il terzo candidato fosse Catello Maresca, mentre la sola consigliera di Magistratura Indipendente Paola Braggion aveva indicato Calogero Piscitello, ora sostituto procuratore a Palermo ma sino a qualche mese fa responsabile della Direzione dei detenuti del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria.

Il 16 ottobre, a sorpresa, i consiglieri Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita (quest’ultimo di ‘Autonomia & Indipendenza’) hanno chiesto di fare entrare nella rosa Domenico Gozzo, attualmente sostituto Pg a Palermo. Da procuratore aggiunto a Caltanissetta, fu Gozzo a far riaprire le indagini sulla strage di via D’Amelio e scoprire il depistaggio, realizzato con il falso pentito Scarantino, costato l’ergastolo a sette innocenti. Questo colpo di scena ha spinto il plenum a rinviare i lavori al 6 novembre.

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lunedì, 11 Novembre 2019 - 15:07
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