Gli ordini partivano dal carcere. Partivano dal ras Salvatore Silvestri che era detenuto in regime comune. Era un telefonino cellulare a legare boss e affiliati, un telefonino in possesso di Silvestri. È uno dei retroscena dell’inchiesta che stamattina ha portato all’arresto di 24 persone accusate di avere fatto parte di un gruppo criminale attivo a Miano e nato dalle ceneri del clan Lo Russo.
Tra gli arrestati vi è Gianluca D’Errico, ritenuto il reggente del gruppo. Misura cautelare anche per due donne che vantano parentele importanti: Mariarca Bosti, figlia del defunto Nunzio e nipote del più noto ras Patrizio (braccio destro del boss Eduardo Contini). La donna, destinataria di un provvedimento di dimora in Campania, è la moglie di un pezzo da novanta dei Lo Russo, Luciano Pompeo.
L’altra donna arrestata per effetto dell’inchiesta coordinata dal pm antimafia Enrica Parascandolo è Maria Trambarulo, nipote del ras Gennaro (in cella per usura ed estorsione). È la moglie di Salvatore Silvestri: nei confronti della donna è stato disposto il carcere. (Seguono aggiornamenti: Inchiesta sui Lo Russo, trovati i ‘pizzini’ sulle estorsioni imposte ai commercianti: solo due vittime hanno denunciato)
Leggi anche:
– Mercatone Uno, per i commissari positive 2 offerte per 11 negozi: coinvolti 365 lavoratori. Ora tocca al Mise
– Treno deragliato, iniziata la rimozione dei detriti: i sindacati in sciopero
– Camorra, blitz contro le nuove leve sorte dalle ceneri dei Lo Russo: 24 arresti
– Cucchi, le motivazioni della condanna dei carabinieri: era «in una condizione di benessere» fino alla sera dell’arresto
– Prescrizione, Costa (FI): «Tirare una riga dritta sulla riforma Bonafede e ripartire da zero». Vertice a Palazzo Chigi
– Vitalizi: M5S in piazza, la risposta degli ex parlamentari: «Contro di noi campagna di odio». Caliendo (FI) si asterrà
venerdì, 7 Febbraio 2020 - 11:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA