De Luca contro il Governo: «Zona rossa? Una buffonata. Ci salvi il Padreterno». E avverte: «Ci scipperanno i fondi Ue»


Vuole usare «toni misurati», De Luca, ma poi non ce la fa e attacca il Governo su più fronti: dalla scuola ai fondi europei passando per la «buffonata» delle zone rosse, è un tiro al bersaglio frontale e senza sconti. I rapporti con l’esecutivo di Conte sono sempre più tesi, De Luca lamenta le scelte a suo dire politiche del Governo contro la Campania e si spinge a preannunciare una levata di scudi contro un possibile scippo dei fondi europei destinati al Sud a vantaggio delle Regioni del Nord.

 Sulla scuola prende di mira il ministro all’Istruzione Lucia Azzolina, l’unica a difendere l’ipotesi di riapertura il 9 dicembre con l’appoggio del premier: «Una delle cose più sconvolgenti – dice De Luca che insieme agli altri governatori italiani vuole la riapertura il 7 gennaio – Si poteva mai immaginare di riaprire il 9 dicembre e poi richiudere tutto per le feste e riaprire a gennaio? Non ci sono più parole, in Italia anche le cose più semplici sono una conquista. Mi auguro che la riapertura ci sia a gennaio mettendo scuole e Comuni in condizioni di riprendere in sicurezza».

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Archiviata la prima picconata, si passa al ministro della Salute Roberto Speranza. In questo caso De Luca torna sull’invio degli ispettori del dicastero in Campania («Una cialtronata, una provocazione»). «Ad oggi – afferma il presidente della Regione – non abbiamo ancora copia della relazione di questi ispettori che hanno trovato solo cinque auto davanti al Cotugno in fila per i tamponi come accade in tutta Italia e per il resto una situazione di tranquillità ed eccellenza, di cui però non abbiamo avuto notizia perché quell’iniziativa era solo un modo per dare soddisfazione a chi aggrediva la Campania».

Piuttosto, polemizza l’ex sindaco di Salerno, il ministro Speranza dovrebbe inviare gli ispettori per verificare le dichiarazioni del presidente dell’associazione italiana degli anestesisti che ha parlato di dati delle terapie intensive falsificati per abbassare la percentuale di occupazione: «Voi pensate che Speranza ha attivato nuclei ispettivi per andare a controllare se questa notizia clamorosa è vera? No. Noi abbiamo chiesto di sapere se sono veri i numeri dei tamponi molecolari, ci sono Regioni che comunicano numero altissimo dei tamponi ma non molecolari per far abbassare il numero di positivi. Persino sui dati non abbiamo nessuna risposta certa e questo mi pare scandaloso. Noi invece portiamo avanti un’operazione verità per portare tutto alla luce del sole». E sulla classificazione in zone rosse decisa dal Governo («Una grande buffonata») ripete: «Il livello dei controlli, tranne forse i primi due giorni, è pari a zero. E pochi negozi sono chiusi. Fa innervosire, indignare, parlare di zona rossa: noi siamo nelle mani del Padreterno e della Regione, il resto è valanga di chiacchiere, fumo, ipocrisie e finzioni. Questa non è una zona rossa».

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Poi l’affondo preventivo sui fondi europei, quelli che arriveranno anche attraverso il Revocery Fund oltre che con il rifinanziamento delle nuove annualità di progetti già esistenti come i Fesr e i piani di sviluppo rurale: «E’ in atto – lamenta – un tentativo per ridurre drasticamente le risorse destinate al Meridione. Lancio un grido di allarme contro il tentativo di depredare il Sud anche delle risorse europee a vantaggio del Nord. Una vicenda che va seguita attentamente perché mentre al Nord su questi argomenti c’è un’intesa trasversale tra le Regioni, qui al Sud dobbiamo ancora imparare a fare lobby visto che non ci regala niente nessuno».

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venerdì, 27 Novembre 2020 - 16:41
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