Il nuovo Parlamento al debutto col rebus delle presidenze di Camera e Senato: è guerra sotterranea tra Lega e FdI

Ignazio La Russa

Il nuovo Parlamento, snellito dopo il taglio di deputati e senatori che ha portato l,’assemblea in tutto a 600 componenti, si prepara al debutto. Oggi parte infatti l’accredito dei neo eletti, primo passo per consentire a catena il disbrigo di tutto l’iter successivo; già giovedì 13 ottobre si avrà la prima convocazione di Camera e Senato per la tanto attesa elezione dei rispettivi presidenti; nei giorni successivi, spetterà ai partiti eleggere i capigruppo e di seguito le commissioni parlamentari e le vicepresidenze delle camere.

Un iter da sbrigare in fretta e che, proprio per i tempi stretti e le difficoltà di trovare intese, potrebbe portare ad esempio a confermare i capigruppo ‘uscenti’, con buona pace del dibattito. Per le commissioni di garanzia, poi, la scelta si fa ancora più ardua visto che per prassi spettano all’opposizione e dunque si dovrà trovare una quadra tra Pd, Calenda e Movimento Cinque Stelle. Un rebus.

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Di sicuro comunque la partita più attesa è quella dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato. In questo caso, tutto si gioca all’interno del centrodestra vittorioso alle elezioni. La presidenza di Palazzo Madama è contesa tra Lega e Fratelli d’Italia: i primi puntano su Roberto Calderoli, FdI invece su Ignazio La Russo. Due nomi di peso in entrambi i partiti e fini conoscitori dei regolamenti parlamentari e delle dinamiche di Montecitorio, aspetto non secondario visto che al Senato i numeri della maggioranza sono più risicati e avere un presidente ‘amico’ può essere importante.

Tutto dunque dipende dal Senato. Se questo andrà a FdI, alla Camera dovrebbe andare un leghista: Molinari o Giorgetti. Viceversa, secondo i più lo scranno della presidenza toccherà al cognato di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida.

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lunedì, 10 Ottobre 2022 - 09:20
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