Voto inquinato a Torre del Greco, i pm: «Mercimonio indegno di un paese civile» Rischio di illeciti per le elezioni Europee

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di Manuela Galletta

Un «fenomeno di criminale mercimonio di voti assolutamente indegno di un paese civile». E’ con queste parole che gli inquirenti descrivono lo scenario al centro dell’inchiesta sul voto di scambio in occasione delle ultime elezioni amministrative a Torre del Greco che questa mattina è sfociata nell’esecuzione di 14 misure cautelari, di cui 4 in carcere, 4 ai domiciliari e 6 divieti di dimora in Campania. Un fenomeno che avrebbe potuto ripetersi anche in occasione dell’imminente voto delle elezioni Europee. Il timore, infatti, che a Torre del Greco potesse nuovamente trasformarsi una ‘piazza’ per raccogliere voti illecitamente, dietro il compenso di soldi o pacchi elementari come accaduto alle amministrative, era alto. Lo scrivono gli stessi inquirenti (l’inchiesta è stata coordinata dalla procura di Torre Annunziata e condotta dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco), giustificando così la necessità di intervenire con l’esecuzione della misura cautelare con la massima urgenza: «Appare assolutamente indispensabile provvedere al più presto per impedire che anche per la prossima tornata elettorale nel Comune di Torre del Greco si verifichi un analogo fenomeno di criminale mercimonio di voti».

Al centro di questo scandalo la figura di Stefano Abilitato, consigliere comunale della maggioranza finito ai domiciliari, che ha rastrellato voti, con metodi illeciti, in modo particolare nel quartiere di ‘San Giuseppe alle Paludi’. E’ qui, leggendo gli atti che racchiudono le accuse, che Abilitato ha impostato per la maggior parte la sua strategia politica, grazie anche all’aiuto di Domenico Pesce, presidente Unicef di Napoli, il quale – per dargli una mano – ha fatto arrivare agli elettori compiacenti i cosiddetti ‘pacchi Unicef’, ovvero pacchi contenenti generi alimentari con sopra impressa la sigla ‘Ue’ e la scritta ‘prodotto non commerciabile’. Non solo: ad alcuni degli elettori compiacenti sarebbero stati dati anche dei soldi, tra i 25 e i 30 euro a voto.

Ad occuparsi della ‘cassa’ era Giuseppe Sdegno: a lui Stefano Abilitato e l’ex assessore Simone Onofrio Magliacano avrebbero affidato «la cassa dalla quale attingere le somme di denaro occorrenti al gruppo criminale diretto da Giovanni Massella per la compravendita d voti» avvenuta nei pressi del seggio elettorale ‘Ipam’ ubicato al corso Garibaldi di Torre del Greco.

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martedì, 2 Aprile 2019 - 13:29
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