«Metti la cintura, così non sembri napoletano»: ecco come i truffatori di anziani insegnavano “l’arte dell’imbroglio”

Carabinieri
I militari dell'Arma (foto Kontrolab)
di Bianca Bianco

Parlare sempre in italiano, indossare la cintura di sicurezza, non ascoltare musica napoletana in auto, evitare persino di fare retromarcia. Dal ‘manuale’ del perfetto truffatore: erano queste le regole comportamentali che venivano indicate ai neofiti, quelli che volevano entrare nel sistema delle truffe agli anziani. Apparire meno napoletani possibile era la carta ‘vincente’ per evitare problemi con le forze dell’ordine. Il retroscena emerge dalla lettura dell’ordinanza che ha portato a 52 misure cautelari nei confronti di altrettanti appartenenti all’organizzazione dedita alle truffe ai danni di anziani in tutta Italia finita nella rete dei carabinieri e della Direzione distrettuale antimafia.

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Il dialogo tra gli ‘esperti’ e la ‘nuova leva’ finisce in una delle numerose intercettazioni ambientali che costituiscono l’ossatura dell’indagine. Da una parte Ivan e Luciano Urzini (fratelli arrestati) e Francesca Testa (raggiunta da obbligo di presentazione alla P.G.), dall’altra Chiara, l’aspirante truffatrice. Dal confronto emergono le ‘regole’ da seguire per arrivare in una nuova città e cercare possibili obiettivi senza destare sospetti. Una conversazione chiarissima in cui si spiegano le accortezze da adottare, l’approccio alle vittime, il rapporto con il telefonista, le cautele per sfuggire ai controlli della polizia, persino dove mettere il cellulare e l’auricolare.

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Le emozioni, prima di tutto, vanno trattenute. «Non ti emozionare- dice uno degli ‘esperti’- devi fare la faccia tosta. Non ti devi proprio emozionare…niente». Il contatto principale, quello col telefonista, avviene attraverso l’auricolare: «Tieniti l’auricolare quando ti parlo- continua l’indottrinatore- quando ti parlo non far capire». Il cellulare invece va tenuto nascosto nei pantaloni. Una volta finito il ‘lavoro’, va buttato ogni appunto su carta: tutto può diventare una prova del misfatto.

Ma importanti sono anche le regole da seguire quando si arriva nelle città in cui effettuare le truffe, per non mettere in allerta le forze dell’ordine. In pratica, per i truffatori è importante non sembrare napoletani.

E allora bisogna camminare «come gli scemi», cioè senza creare sospetti, mani sul volante, indossare sempre la cintura di sicurezza, non mettere mai «le canzoni napoletane», ascoltare sempre musica italiana in auto, non alzare mai la voce né il volume dello stereo e «non buttare carte» dal finestrino perché non insospettire nemmeno i passanti.

«Non fare manovre strane, nemmeno la retromarcia- raccomandano gli ‘esperti’- devi fare le cose più tranquille senza esporti» come ad esempio guidare «con due mani» «non come facciamo noi napoletani».

Infine, il modus operandi della truffa è spiegata nel dettaglio: per esempio mai appropriarsi autonomamente del bottino ma attendere che sia la vittima a passarlo per non essere accusati di furto. Un vero e proprio prontuario utile a evitare guai ma anche a riuscire nell’azione delittuosa e guadagnare: «Dieci anni fa la gente così si è alzata i palazzi con questa stronzata- racconta un intercettato alla inesperta Chiara e lei lo sa: «L’amico di questo…quello che lavorava con Francesca, una volta a settimana gli può venire male, due, tre, quattro…poi mangia».

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sabato, 9 Novembre 2019 - 14:20
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