Assunzioni in cambio di favori nelle pratiche edilizie, così per i giudici Schiavone corrompeva tecnici e amministratori

Tribunale Santa Maria Capua Vetere
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

Permessi per costruire rilasciati in cambio di assunzioni nella clinica Pineta Grande. Questa una delle contestazioni mosse dagli inquirenti della procura di Santa Maria Capua Vetere a Vincenzo Schiavone, patron della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, ed al capo dell’ufficio tecnico del comune casertano Carmine Noviello.

Gli episodi emergono dalla lettura dell’ordinanza di 283 pagine con cui si dispongono gli arresti domiciliari per Schiavone e nella quale si sottolinea come il sistema corruttivo messo in piedi dall’imprenditore casertano della Sanità nei confronti delle istituzioni pubbliche prevedesse l’assunzione di parenti ed amici degli amministratori. Circostanza emersa più volte nel corso delle indagini che hanno dimostrato come nel corso della sola indagine, tra il 2015 ed il 2018, otto persone sono state assunte con contratti a tempo indeterminato o con contratto di collaborazione. In tutti gli otto casi si trattava – scrivono gli inquirenti – di persone legate da «vincoli di parentela, affinità o colleganza di altro tipo con soggetti riconducibili al Comune di Castel Volturno».

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Si registra, per esempio, l’assunzione dei figli di due dipendenti comunali impiegati in settori nevralgici per gli affari dell’imprenditore, che mirava – secondo i giudici – ad ottenere permessi edilizi, a chiudere un occhio sulle pratiche ed a non ostacolare gli iter anche quando presentavano profili di irregolarità. Altre assunzioni usate per corrompere emergono dalle testimonianze messe a verbale dagli inquirenti, che tirano in ballo anche esponenti dell’amministrazione comunale.

Ma erano così ‘importanti’ i tecnici sotto il cui sguardo dovevano passare le pratiche relative a Pineta Grande, che si srotolavano tappeti rossi anche quando qualcuno doveva sottoporsi ad una visita presso l’ospedale di Schiavone. Lo conferma un altro episodio: uno dei tecnici che avrebbe poi visto anche assumere il figlio si reca al pronto soccorso della casa di cura per semplici problemi respiratori. Schiavone lo sa e si attiva subito chiamando medici ed infermieri: «Per noi è importante», dice al telefono per segnalare la priorità del caso. E tutti si attivano, disponendo anche un ricovero, sebbene inutile.

L’affaire Pineta Grande svela, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, ,l’esistenza di un ‘sistema corruttivo’ che va ben oltre le mere assunzioni di parenti ed amici. Le indagini partono dal marzo del 2018, con la posa della prima pietra per il nuovo padiglione e dal ricorso al tar di una struttura sanitaria che chiedeva di accedere agli atti del procedimento di rilascio dei permessi edilizi, contestando presunte irregolarità. Quella indagine si incrociò con i controlli in atto presso l’ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno facendo emergere quella che per i magistrati era la «connivenza» tra Schiavone e Carmine Noviello, che di quell’ufficio era responsabile.

Per chi ha indagato era stato lo stesso staff di Schiavone e preparare il contenuto del permesso a costruire in seguito recepito nella sua totalità da Noviello che poi lo ha rilasciato. Una «totale disponibilità», quella del tecnico, che ha consentito all’imprenditore di ottenere quello che voleva, per esempio la «trasformazione di posti letto ospedalieri in posti letto accompagnatori/foresteria» così da aggirare i paletti della legge regionale sul fabbisogno sanitario. Violazioni perpetrate anche nell’istruttoria del parere paesaggistico della Soprintendenza, motivo per cui è stato indagato il funzionario Giuseppe Schiavone.

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giovedì, 23 Gennaio 2020 - 20:20
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