Mentre impazza la bufera per le immagini della bimba di 2 anni che varca la porta del carcere per fare visita alla madre, Eva Kaili, l’ex vice presidente dell’Eurocamera, detenuta dal 10 dicembre per lo scandalo Qatargate, l’inchiesta e l’iter giudiziario fanno il loro corso.
Nella giornata di ieri i giudici della Corte d’Appello di Brescia hanno confermato i domiciliari per Silvia Panzeri, la figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri (Ex Pd e poi Articolo 1) che si trova in carcere a Bruxelles sempre per via dello scandalo Qatargate che sta scuotendo l’Europa e la sinistra.
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La difesa, rappresentata dagli avvocati Angelo De riso e Nicola Colli, aveva chiesto di rimettere in libertà Silvia Panzeri o di procedere a una attenuazione della misura cautelare (applicazione dell’obbligo di firma) per consentire alla donna di esercitare la professione di avvocati.
I giudici però hanno risposto picche, ritenendo che la misura dei domiciliari disposta in esecuzione del mandato di arresto europeo sia corretta in attesa della decisione, prevista in tempi ravvicinati, sulla consegna sua e della madre Maria Dolores Colleoni, chiesta dal Belgio.
Domani, 9 gennaio, si discuterà dinanzi al Tribunale del Riesame di Bergamo il ricorso presentato dai difensori per la revoca del sequestro, sempre dalla magistratura belga tramite un ordine di investigazione europeo, di 200 mila euro trovati sul conto corrente di Silvia Panzeri e di 47mila euro su quello cointestato alla madre e al padre.
La difesa, nell’istanza, ha evidenziato una serie di ‘vizi formali’ dietro l’atto di congelamento dei beni: secondo la tesi difensiva quei 200 mila euro sarebbero “compensi ottenuti attraverso la sua attività professionale”, essendo iscritta all’albo degli avvocati di Milano da sette anni e avendo sempre lavorato come civilista. Ovviamente per dimostrare ciò, quando il procedimento istruito dal giudice Michel Claise anche nei confronti della moglie e della figlia di Panzeri entrerà nel merito, serviranno i documenti contabili dello studio legale. Il 16 gennaio, infine, i giudici della Corte d’Appello di Brescia decideranno sulla richiesta di consegna al Belgio di Silvia Panzeri: la corte è in attesa di documentazione sulla situazione delle carceri belghe dalla quale dipenderà la decisione.
Dovrà, invece, attendere sino al 22 gennaio Eva Kaili: in quella data il tribunale di Bruxelles deciderà se Kaili potrà uscire dal carcere di Haren, restando ai domiciliari con braccialetto elettronico.
domenica, 8 Gennaio 2023 - 12:51
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