Ingiusta detenzione, il testo sulle sanzioni ai magistrati passa alla Camera: via libera in Commissione, l’Anm protesta

Cella Carcere

Il concetto è semplice: se una persona ha patito una detenzione ingiusta, il magistrato paga (sul piano disciplinare). E una parte dei politici sembra orientata a far sì che questo principio diventi legge. Nella giornata di ieri la proposta di legge, che consta di un solo articolo, avanzata dal parlamentare di Forza Italia Enrico Costa è passata all’unanimità in Commissione Giustizia. Significa che il testo approderà nell’Aula della Camera per la discussione di carattere generale. A dare manforte a Forza Italia è stata in modo particolare la Lega: proprio quest’asse ha vinto le iniziali resistenze del Movimento Cinque Stelle e del Partito democratico. La norma prevede un automatismo tra ingiusta detenzione e procedimento disciplinare: ogni qual volta venga accertata un’ingiusta detenzione, gli atti vanno trasmessi al ministro della Giustizia e, in casi più gravi, anche al procuratore generale della Cassazione affinché valutino l’avvizzii di un’azione disciplinare. I ‘lavori’ in Aula sono attesi lunedì e martedì.

La notizia del via libera del testo all’unanimità in Commissione Giustizia non è stata presa bene dall’Associazione nazionale magistrati che ha espresso la propria «preoccupazione per il progetto di riforma» e ha evidenziato il «rischio di condizionamento nell’adozione di iniziative cautelari in palese contrasto con l’invocata necessità di un maggiore severità a tutela della sicurezza dei cittadini». Per l’Anm, oggi guidata da Luca Poniz di Area (subentrato a Pasquale Grasso, dimessosi domenica per via della crisi interna al sindacato delle toghe provocata dall’inchiesta di Perugia), un simile provvedimento non tiene conto «della inevitabile complessità del procedimento penale».

Nella nota a firma della Giunta esecutiva centrale si rileva «che, soprattutto in fase cautelare, quando la conoscenza dei fatti è soltanto frammentaria e parziale, il compito del magistrato è quello “difficilissimo” di effettuare un attento, ma fisiologicamente provvisorio, bilanciamento tra le fondamentali garanzie di libertà del singolo e le altrettanto insopprimibili esigenze di tutela della collettività.Il nostro ordinamento già prevede efficaci strumenti per l’accertamento di eventuali errori e un rigoroso sistema di responsabilità civile e disciplinare».

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venerdì, 21 Giugno 2019 - 11:54
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