Cucchi, due carabinieri condannati a 12 anni per il pestaggio: assolto dal reato di omicidio il militare che ha collaborato

Stefano Cucchi

Dodici anni di carcere ai carabinieri Raffaele D’Alessandro (di Villaricca) e Alessio Di Bernardo per l’omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi, per avere cioè pestato il geometra romano all’interno di un ufficio della stazione dei carabinieri della stazione Appia innescando così la catena di eventi che hanno determinato la morte del 31enne.

E’ quanto hanno deciso una decina di minuti dopo le 18 di oggi i giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Roma (presidente Vincenzo Capozza) all’esito del processo che puntava a stabilire ruoli e responsabilità nella morte di Stefano Cucchi avvenuta il 22 ottobre del 2009. Per i due i carabinieri il pm Giovanni Musarò aveva chiesto 18 anni di reclusione a testa.

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Per l’accusa di omicidio preterintenzionale è stato invece assolto il carabiniere Francesco Tedesco, che a dibattimento ormai inoltrato ha raccontato come andarono le cose quella sera in caserma. Tedesco, così come sollecitato dal pm, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi solo per falso nella compilazione del verbale di arresto.

Condannato a tre anni e otto mesi il maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca comandante della stazione Appia, accusato di falso nella redazione del verbale d’arresto.

Tedesco e Mandolini erano accusati anche di calunnia in concorso con il carabiniere Vincenzo Nicolardi: la Corte ha però riqualificato il reato in quello di falsa testimonianza compiuto ai danni dei tre agenti di polizia penitenziaria, accusati ingiustamente (e poi sempre assolti) del pestaggio di Stefano Cucchi. Rispetto a questo reato di falsa testimonianza la Corte ha assolto i tre carabinieri «perché il fatto non costituisce reato».

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giovedì, 14 Novembre 2019 - 18:26
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