Elezioni regionali in Campania, il centrodestra cerca il suo ‘Maradona’ e non per tutti si tratta Stefano Caldoro

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Stefano Caldoro

Caldoro sì, Caldoro no. Primarie sì, primarie ne. Il centrodestra campano continua il dibattito interno sulla scelta del candidato alle elezioni regionali della prossima primavera. Il nodo resta sempre uno: candidare Stefano Caldoro, ex governatore indicato da Silvio Berlusconi, con una corsa in avanti che ha lasciato spiazzati in molti, oppure far scegliere la base? Clemente Mastella, sindaco di Benevento, è sicuro della necessità delle Primarie: «Sono la cosa più corretta e più giusta – afferma – per mettere in campo il candidato che si ritiene il più forte. Su Caldoro ha aggiunto: «Per me ognuno va bene. Il problema non è se uno ha governato bene o male. Mitterand diceva che uno chiede voti non per quello che ha fatto ma per quello che farà successivamente altrimenti – ha sottolineato – io sarei il candidato più accreditato con il mio background avendo fatto il ministro due volte e invece non lo rivendico».  Mastella, che non ha nascosto la volontà di partecipare come candidato ad eventuali primarie, rimanda a fine gennaio la scelta condivisa: «In Campania non si vince facilmente e il quadro di quello che c’è non è ancora definito per quanto riguarda l’opposizione al centrodestra. Io ritengo che bisognerebbe aspettare la fine di gennaio quando si voterà in Emilia -ha concluso – perché quella sarà la Stalingrado della campagna politica in cui chi vince si esalterà e chi perde si deprimerà».

Concorde con l’idea di convocare le primarie del centrodestra è Salvatore Ronghi di ‘Sud protagonista’: «Se c’è un Maradona allora ben venga – ha affermato –  ma se siamo tutti Insigne allora fateci fare le primarie perché possiamo giocare meglio e dopo si ricompatta anche la squadra». Secondo Ronghi per l’individuazione del candidato presidente «bisogna cambiare il metodo. Io sono per la partecipazione – ha spiegato – e ciò significa mettere in campo il meglio e far partecipare la gente». Su Caldoro invece chiosa: «Non discuto il nome. Io discuto il metodo perché certe cose non le dobbiamo apprendere dalla stampa, la politica non funziona così».

A chiudere con le illazioni, i pronostici ed i toto- candidati è però lo stesso Stefano Caldoro: «Saranno Berlusconi, Salvini e Meloni a prendere una decisione che noi rispettiamo ma c’è una discussione locale. E’ una decisione che deve prendere il quadro nazionale sentendo le esigenze di chi lavora sulle realtà locali ma in un equilibrio nazionale. L’importante è costruire una squadra vincente, un programma chiaro che non è fatto di fallimenti come quelli del centrosinistra in Campania sui rifiuti, sulle barelle, sul lavoro».

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martedì, 3 Dicembre 2019 - 09:07
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