Le Sardine restano apolitiche ma il portavoce Mattia Santori sogna: «Vogliamo superare il 25% dei consensi»

Sardine
La manifestazione delle Sardine a Roma in uno scatto pubblicato sulla pagina Facebook del Movimento

Non vogliono scendere in politica, ma cominciano a parlare seriamente di politica le ‘Sardine’ che sabato hanno ‘occupato’ Pazza San Giovanni a Roma, una delle piazze simbolo della sinistra che ad ottobre è diventata anche quella del popolo della Lega e del centrodestra. E puntano, sono le parole dello stesso leader Mattia Santori, a superare il 25% dei consensi.

Con un lungo post sulla loro pagina Facebook spiegano da dove vogliono partire: i territori, le periferie ma anche le elezioni in Calabria ed Emilia Romagna «con iniziative che saranno realizzate in tutte le regioni d’Italia, liberando la creatività, valorizzando l’arte, favorendo l’interazione fisica fra i corpi». Intanto, proclami a parte, ottengono un primo risultato inducendo il premier Giuseppe Conte a discutere del decreto sicurezza, di cui le stesse Sardine a Roma avevano chiesto l’abrogazione attraverso il portavoce Mattia Santori. «La richiesta delle Sardine l’abbiamo già ascoltata – ha detto Conte – Tra i punti del programma del Governo c’era l’impegno a ritornare alla versione originale del secondo decreto per come era uscita dal Consiglio dei Ministri».

Da gennaio, dunque, via libera a nuove iniziative in tutta Italia, con una particolare attenzione «alle prossime elezioni in Calabria e, soprattutto, in Emilia Romagna, dove è nato il fenomeno sociale delle Sardine». Per definire i dettagli, oltre centocinquanta animatori del movimento spontaneo si sono dati appuntamento in un palazzo occupato, lo Spin Time Labs di Roma noto alle cronache per il gesto dell’elemosiniere del Papa che ‘riattaccò’ la corrente elettrica staccata per morosità, per favorire un primo «contatto umano» tra chi sinora si è interfacciato solo sui social.

Dall’incontro sono venute fuori diverse iniziative, come  “Sardina amplifica sardina” nel Lazio, ‘Staffetta delle sardine’ in Sicilia, ‘Tutti sullo stesso treno’ dalla Liguria alla Francia.

«Un denominatore comune emerso da tutte le proposte – spiegano gli organizzatori – è l’attenzione alle zone periferiche, alle piccole città e alle località di provincia. Uno degli obiettivi delle Sardine fino a fine gennaio sarà raggiungere il più possibile territori che, spesso perché in difficoltà, si sono rivelati più vulnerabili ai toni populisti. Lo stesso accadrà in Emilia Romagna, con iniziative ad hoc che saranno organizzate sia nella “bassa”, sia nelle zone collinari e montane».

Al bando però, per adesso almeno, la politica in senso stretto. Temi complessi, scrivono le Sardine, che non possono essere affrontati «in una mattinata». Proposte però in piazza a Roma ci sono state, e sono quelle declamate da Santori dal palco: no ai ministri sui social network, politica nelle sedi istituzionali e non in campagna elettorale permanente, trasparenza nell’uso che la politica fa dei social, informazione «vicina alla verità» il più possibile, violenza bandita dai toni della politica, abrogazione dei decreti sicurezza.

Primi passi verso la discesa in campo, potrebbe sostenere qualcuno; ma le Sardine smentiscono, non vogliono diventar partito. Santori però si sbilancia, e ai giornalisti che ormai lo assediano annuncia: «L’obiettivo è superare il 25% dei consensi tra gli italiani».

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lunedì, 16 Dicembre 2019 - 08:51
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