Sea Watch e lo sbarco disposto dai pm, Salvini accusa il procuratore di Agrigento L’ex magistrato Spataro: «Tutti in piazza»

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La settimana si apre così come si era conclusa: con il tema migranti e le ruvide polemiche politiche in primo piano. Sullo sfondo un Matteo Salvini sempre più messo all’angolo su una battaglia che è diventata centrale nella sua strategia politica e di consenso e la miccia di un nuovo scontro con la magistratura nel quale si infila pure Armando Spataro, il procuratore di Torino andato da poco in pensione e già in rotta di collisione con il leader del Carroccio.

Intervenendo stamattina a Coffeee break su La 7, Matteo Salvini attacca ancora una volta la procura della Repubblica di Agrigento che nella giornata di ieri ha disposto lo sbarco dei migranti della Sea Watch – che mercoledì scorso aveva salvato 47 persone a 30 miglia al largo della Libia – che aveva raggiunto Lampedusa contravvenendo all’ordine del Viminale di non raggiungere l’Italia. «E’ una Paese strano – dice Salvini in tv – Se c’è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, chiunque agevoli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge». L’accusa è rivolta a Luigi Patronaggio, il procuratore di Agrigento che ha disposto lo sbarco dalla ong tedesca. Poche ore dopo, a margine di un evento di Confartigianato contro le truffe agli anziani, rincara la dose:  «L’indicazione del ministero a tutte le autorità e alle prefetture è di non autorizzare lo sbarco di chi arriva illegalmente. E’ stata un’iniziativa della procura, la magistratura ovviamente è indipendente, non erano tenuti a chiamarmi».

Dagli uffici giudiziari nessuna replica, ma solo un provvedimento di sequestro della Sea Watch e la formale iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, del comandante della nave Sea Watch 3, Arturo Centore.

Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave della Ong. Centore, che ha nominato come difensori gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, è il primo indagato dell’inchiesta che era stata aperta, in un primo momento, contro ignoti. Il procuratore Luigi Patronaggio, già ieri sera, aveva annunciato che «si valuteranno le responsabilità della Ong». Sull’isola, giunti venerdì per coordinare le indagini sul precedente caso della Mare Jonio, sono ancora presenti il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il pubblico ministero Alessandra Russo.
A difendere l’operato della procura della Repubblica di Agrigento ci pensa invece Armando Spataro, ormai ex procuratore di Torino: «Sento il dovere di dirvi che leggendo la decisione della Procura di Agrigento mi sono emozionato in maniera forte: il procuratore ed i suoi magistrati fedeli alla legge, indagano ma tutelano le persone. Dovrebbe essere la normalità ma non sempre così, indipendentemente dai deliri che ci circondano, ignorando le disposizione di legge e la dovuta tutela dei diritti umani».

Poi Spataro alza il livello dello scontro e propone una mobilitazione di massa contro i divieti di sbarco: «Senza retorica, mi inchino di fronte ai colleghi di Agrigento – ha aggiunto – stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo». Spataro e Salvini si erano già scontrati a novembre in occasione dell’esecuzione di diversi arresti eseguiti a Torino nell’ambito di un’inchiesta sulla mafia nigeriana. Salvini aveva dato notizia del blitz sul suo profilo Twitter, trasformato in una sorta di ‘mattinale’ degli arresti che interessano migranti. Spataro era andato su tutte le furie, lamentando che quel Tweet fosse stato intempestivo e che aveva rischiato di provocare danni alle indagini. Salvini, dal canto suo, aveva replicato a Spataro in modo duro: «Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato».

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lunedì, 20 Maggio 2019 - 10:43
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