Napoli, processo sull’omicidio Romanò: convocati due ‘nuovi’ pentiti, imputato unico il boss Marco Di Lauro

Marco Di Lauro nel giorno della cattura avvenuta il 2 marzo 2019 a Chiaiano
di Gianmaria Roberti

Colpo di scena al processo d’appello bis per l’omicidio di Attilio Romanò, vittima innocente della prima faida di Scampia e Secondigliano. La procura generale ha chiesto di ascoltare due collaboratori di giustizia. Si tratta di Gennaro Puzella e Antonio Accurso. Accolta la richiesta dalla quinta sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli, che ha rinviato l’escussione dei testi a dopo l’estate. Il 7 ottobre sarà Accurso, ex boss della Vanella Grassi, a comparire davanti ai giudici. Il 14 ottobre sarà il turno di Puzella, un tempo killer di Marco Di Lauro. Sul banco degli imputati vi è il boss Marco Di Lauro, che ha rinunciato a comparire all’udienza: è accusato di essere il mandante dell’agguato.

Nei verbali, entrambi raccontano di un passaggio del testimone tra i fratelli Cosimo e Marco Di Lauro, durante la guerra con gli scissionisti. Alla cattura di Cosimo (avvenuta pochi giorni prima dell’omicidio di Romanò), Marco ne avrebbe raccolto l’eredità. Un patto che prevedeva di continuare la faida stragista, in barba agli arresti. In quel contesto sarebbe maturato l’agguato mortale ad Attilio Romanò, scambiato per il vero obettivo dei sicari, il 24 gennaio 2005. Il giovane era rimasto solo nel negozio di telefonini, dove lavorava, all’ora di pranzo. Il killer scaricò contro di lui 5 colpi, destinati al nipote del boss scissionista Rosario Pariante.

All’accusa a Marco Di Lauro, però, si oppone il difensore Gennaro Pecoraro. Il legale – che assiste Di Lauro insieme al penalista Sergio Cola – si è opposto anche alla richiesta di integrazione probatoria, puntando sul dato cronologico: le dichiarazioni dei due pentiti non sono recenti. Ma i giudici hanno dato il via libera all’istanza della pubblica accusa, cui si è associato l’avvocato Paolo De Angelis, che assiste i familiari della vittima.

Condannato in primo e in secondo grado all’ergastolo, Marco Di Lauro si è visto cancellare la pena in Cassazione. La Suprema Corte ha quindi disposto un nuovo processo d’appello per l’ex superlatitante, acciuffato a marzo dopo 15 anni alla macchia. Tra i due pentiti, è Antonio Accurso ad avere narrato la vicenda in un momento successivo al rinvio. Per l’omicidio di Attilio Romanò c’è già un ergastolo definitivo, inflitto a Mario Buono, indicato come esecutore materiale.

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lunedì, 1 Luglio 2019 - 18:02
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