Rompevano le ossa a persone in difficoltà per truffare le assicurazioni: chiesto il rinvio a giudizio per 38 persone

Tribunale aula

Il giro di affari era di 2 milioni di euro l’anno. Tanto entrava nelle casse della banda che truffava le assicurazioni. Per rendere credibili i raggiri i componenti dell’organizzazione pagavano persone in difficoltà economiche disposte a farsi rompere le ossa per simulare di aver subito incidenti stradali. La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 38 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle frodi assicurative, lesioni gravissime, falso, calunnia, autocalunnia.

«Ero in cattive condizioni economiche e ho saputo che c’era un tale Alessio che faceva parte di un’organizzazione che simulava incidenti stradali finalizzata alla truffa alle compagnie assicurative», ha raccontato una delle finte vittime ai carabinieri. «Alessio mi chiese se fossi interessato a partecipare ad un finto sinistro stradale, in particolare mi disse che comunque mi sarei dovuto far rompere uno o più arti – continua la vittima – In un appartamento mi fecero togliere il giubbotto mi fecero sdraiare e mi carteggiarono con carta vetrata il braccio sinistro. I graffi dovevano simulare lo sfregamento del gomito con l’asfalto. Poi mi misero il braccio su due mattoni di tufo e mi colpirono violentemente con un altro mattone della stessa specie per ben tre volte».

Al vertice dell’organizzazione c’era Giovanni Napoli, 44 anni, detto ‘fragolina’ che non solo gestiva le pratiche di risarcimento, ma era anche operativo e in alcuni casi avrebbe anche procurato le lesioni ai beneficiari della triffa. Per Napoli i pm hanno chiesto il processo. In una sola notte sarebbero state menomate fino a sette persone.

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martedì, 24 Settembre 2019 - 17:45
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