Marano, clan Orlando come un’azienda: 1500 euro di stipendio agli affiliati, c’è il ‘bonus’ per chi ha parenti in carcere

Euro
di Bianca Bianco

Fino a 1500 euro al mese. Un vero e proprio stipendio corrisposto dal clan Orlando per gli affiliati e per sostenere le famiglie dei ‘loro’ detenuti. Pagamenti diversi (c’è chi prende 500 euro e chi molto di più perché ha un parente detenuto) e non sempre puntuali. Somme ricavate dallo spaccio di cocaina e che vengono decise nel corso di riunioni.

E’ la cosiddetta mesata che veniva corrisposta ad esempio al figlio di un affiliato finito in carcere, ma che il giovane – emerge dalle intercettazioni – utilizza per ben altri scopi attirando le ire della madre e della fidanzata, con cui ha una bambina, e che su quello stipendio contano per potere arrivare a fine mese.

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Il retroscena emerge dall’ordinanza di 268 pagine con cui sono state disposte 24 misure cautelari nei confronti di indagati per traffico di droga e associazione di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione ‘Piazza pulita’ che ha colpito la cosca attiva a Marano, comune nell’hinterland a nord di Napoli. Le indagini svelano l’esistenza di un rapporto economico tra il clan Orlando, egemone a Marano ed hinterland, e le famiglie di contigui finiti in carcere. Nel caso del giovane intercettato, quei soldi che riceve ogni 15 del mese e che dovrebbero aiutare il sostentamento della madre e della sua compagna però vengono a quanto pare dilapidati.

«Non so come devo fare con te – dice la mamma a telefono lamentandosi di non avere ricevuto i 100 euro che invece il giovane aveva ricevuto promettendo di darli a lei – Non si sa questi soldi dove vanno a finire…Hai lasciato tuo padre senza soldi (in carcere ndr)…sei uno sporco proprio, uno sporco».

Ma l’uomo subisce anche le accuse della fidanzata che sa che ha una mesata di 1200 euro dal clan, ma riceve da lui solo 50 euro a settimana: «Il 15 mi dai 50 euro a settimana e devo pure…se me li dai? Veramente? A mia figlia devo comprare i vestiti, ma quali 50 euro a settimana tu prendi 1200 euro…200 euro al mese li dai a tuo padre, non a mia figlia o non me li dare proprio, non gli compro nemmeno la metà del mangiare con questi soldi».

«Forse non è chiaro il discorso – continua la donna in un’altra telefonata – ah tu ti vorresti mangiare 1200 euro che ti danno i tuoi amici e miezz a via…che non ti arresta a tutti quanti…e io dovrei fare il digiuno?». Che il clan corrisponda la somma mensile all’uomo per il mantenimento della famiglia emerge in altre intercettazioni con la compagna, arrabbiata per i pochi soldi che riceve: «Mio padre lavora e non va facendo guai per gli Orlando, hai capito? – dice – Non ci pagano 1200 euro, diglielo agli Orlando».

La mesata non va soltanto ai parenti di persone incarcerate, ma anche ai ‘compagni’, evidentemente per il loro ruolo nel sodalizio. Il dettaglio emerge anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, perno dell’inchiesta. Gli affiliati avevano diritto ad uno stipendio anche di millecinquecento euro al mese, paga riconosciuta per l’affiliazione al clan ma non per chi si occupa solo di droga, che non ha diritto al mensile. Una vera e propria contabilità, gestita dal sodalizio criminale per foraggiare chi si occupa degli affari, per esempio delle estorsioni. Il ‘bonus’ è l’avere un congiunto in cella: «E perché a ‘o chiatt danno di più – dice ad un certo punto la moglie di un indagato al marito, «..e quello tiene il padre, lo sai» risponde. Il vincolo col clan resta anche dopo la detenzione e si sostanzia di un contributo economico che l’organizzazione mette insieme grazie ai proventi dello spaccio. Proprio come un’azienda.

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mercoledì, 5 Febbraio 2020 - 13:24
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