Facebook non è uno ‘sfogatoio’. E agli utenti che lo dimenticano, vale la pena ricordare per gli insulti, le offese gratuite si può finire a processo. E’ quanto accaduto a Sassari a tre persone che, sul popolare social network, hanno usato parole offensive per commentare l’abbigliamento di alcune donne durante una processione religiosa e per questo devono rispondere di diffamazione.
Il processo per diffamazione si aprirà il prossimo 25 giugno. I fatti risalgono al 5 giugno 2016. In una foto diffusa tramite il social network, e scattata a Sassari durante la processione per la Madonna della Grazie, l’autore si era soffermato sulle scarpe con tacchi alti indossate da alcune donne. Dal sarcasmo e dal disappunto si era subito degenerato con ulteriori commenti al primo, spingendo una delle involontarie protagoniste dello scatto a denunciare il fatto.
Ritenendo che non ci fossero elementi per identificare gli autori dei commenti offensivi, il sostituto procuratore aveva chiesto l’archiviazione, ma l’avvocato della donna, Ivano Iai, si era opposto sostenendo che l’identità di chi postò la foto e degli altri che commentarono fosse facilmente rintracciabile. Una successiva relazione della Polizia postale permise l’identificazione dei tre presunti diffamatori – difesi dall’avvocato Stefano Porcu – portando la gip Carmela Rita Serra a restituire gli atti alla Procura per formulare una nuova imputazione a carico dei tre. Di qui la fissazione del processo.
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lunedì, 10 Febbraio 2020 - 18:28
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