Casalesi infiltrati nel settore del latte, i pm: così Greco aiutò i nipoti di Zagaria; ai domiciliari due manager Parmalat

Procura di Napoli (foto Kontrolab)

Un accordo chiuso sottobanco con manager della Parmalat, attivi sul territorio campano, per consentire ai fratelli Nicola e Filippo Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria, di conservare il monopolio della distribuzione dei prodotti a marchio Parmalat in provincia di Caserta a dispetto della confisca della società di proprietà dei Capaldo confiscata nel 2013 nell’ambito di un’inchiesta sul clan dei Casalesi. Adolfo Greco, il businessman di Castellammare di Stabia che è già in cella dal 5 dicembre del 2018 per i rapporti opachi con i boss di alcuni clan del circondario stabiese, sarebbe stato l’anello centrale di un rapporto imprenditoriale che avrebbe finito con l’agevolare Nicola e Filippo Capaldo e di conseguenza il clan del quale, i due, sarebbero espressione, ossia i Casalesi.

E’ questa in sintesi la contestazione mossa dalla Direzione distrettuale antimafia al 68enne, che stamattina si è visto notificare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha di fatto impedito la sua scarcerazione disposta ieri sera nell’ambito del procedimento per il quale Greco è in cella da oltre un anno. In calce alla nuova misura, emessa dal gip Leda Rossetti del Tribunale di Napoli, vi è l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Accusa che Greco condivide con tre manager della Parmalat, per due dei quali sono scattati gli arresti domiciliari: il provvedimento restrittivo ha colpito Antonio Santoro (territory manager) e Lorenzo Vanore (manager normal trade Campania), nei confronti dei quali i pubblici ministeri antimafia Maurizio Giordano e Giuseppe Cimmarotta avevano proposto il carcere.

E’, invece, indagato a piede libero il manager Pasquale Russo (direttore vendita area centro sud): anche per lui la procura aveva chiesto il carcere, ma il gip ha rigettato la richiesta solo per motivi di carenza di esigenze cautelari. «Fermo restando i gravi indizi – scrive il gip a proposito di Russo – va evidenziato che i suoi rapporti con la società Parmalat sono cessati da quasi due anni», ragione per la quale «si ritiene non sussistente il pericolo di recidiva necessario per l’applicazione della misura».

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Le condotte contestate ruotano tutte attorno all’attività dei fratelli Capaldo, che sino al 2013 detenevano la concessione per la distruzione in esclusiva dei prodotti a marchio Parlamat in provincia di Caserta attraverso l’amministrazione della società ‘Euro Milk’. Con la confisca della società, vi era però la necessità – secondo la procura – di consentire ai Capaldo di continuare a conservare il business. Così, secondo gli inquirenti, Greco avrebbe consigliato a Nicola Capaldo di creare una società cooperativa con lo stesso oggetto sociale e si sarebbe poi adoperato, «interloquendo con i dirigenti campani della Parmalat», per fare sì che la concessione venisse assegnata proprio alla nuova realtà imprenditoriale, la Coop Santa Maria. Una coop intestata a una terza persona ma secondo i pm «di fatto amministrata dalla famiglia Capaldo». Ruolo centrale, quello di Greco: come sottolinea il gip, «senza il suo aiuto» i Capaldo «non avrebbero risolto in modo apparentemente lecito e rapido la vicenda concessoria».  

Ad aggravare la condotta vi è il fatto che, secondo la procura, l’intera manovra sarebbe stata fatta nella consapevolezza della caratura dei fratelli Capaldo, del loro stretto rapporto di parentela con il boss Michele Zagaria, e della circostanza che la loro attività agevolasse il potere criminale dei Casalesi. Anche ai manager della Parmalat viene contestato lo stesso tipo di contributo. Nell’atto di accusa mosso dai pm, viene infatti sottolineato che i tre hanno fornito «un contributo consapevole, concreto e costante al clan dei Casalesi, gruppo Zagaria, all’assegnazione di un importante settore imprenditoriale, così rafforzandone l’operatività nel settore del reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali». (Approfondimenti sull’inchiesta saranno disponibili sull’edizione del ‘quotidiano digitale’ disponibile domani; per leggere il quotidiano digitale è necessario abbonarsi)

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mercoledì, 15 Gennaio 2020 - 14:50
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