Immacolata, il grido del cardinale Sepe contro la camorra: «Napoli città offesa, i malavitosi gettino le armi»

Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe (d) ed il sindaco Luigi de Magistris in un momento della festa dell'Immacolata a Napoli. Napoli 8 Dicembre 2019 ANSA/CESARE ABBATE/

Nel giorno dell’Immacolata, una delle feste più sentite dai napoletani, arriva il messaggio del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della città, contro la camorra. «Deponete le armi – ha detto il prelato dall’altare in occasione dell’affidamento della città alla Madonna – A voi tutti, che usate le armi per uccidere io grido, il nome di Dio nostro padre, di deporre le armi. Aprite le vostre mani, lasciate cadere i coltelli che spargono sangue, morte del lutto, che reclamano vendetta perché l’odio provoca altro odio. Gettate le armi, anche in una chiesa se volete, restando nell’anonimato – sottolinea – e riconsegnerete al mondo, alla città e ai vostri cari un presente e un futuro degno del dono della vita».

«Gettate le armi, il loro posto non è nelle vostre mani, ma tra i rifiuti, visto che sono oggetti creati per contrastare la vita. Le armi hanno a che vedere con la morte – conclude – e non con la grazia di Dio che consiste nel vivere in pace e per la pace».

«Non possiamo tollerare le nostre città come teatro di guerra – ha continuato il cardinale Sepe – I fatti delittuosi fanno rumore, clamore, notizia e paura. l fenomeno è diventato macroscopico, patologico, per cui la stragrande maggioranza della comunità, che ha diritto alla pace, alla serenità e alla civile convivenza, non può più tollerare una tale situazione di violenza, di saggio, insicurezza».

«È il grido di tanti napoletani – ha sottolineato – perché si ponga fine alla violenza, che continua a seminare morte, lutti e paura nella nostra città. Le nostre città sono ferite, offese, condizionate dalla violenza di ogni genere – ha concluso – innanzitutto dalla violenza delle armi, ma anche dalla violenza del malaffare, delle illegalità, del commercio di droghe, della maldicenza, della sopraffazione, del bullismo».

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lunedì, 9 Dicembre 2019 - 08:33
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